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A Ginevra, il 26 gennaio, l’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo) ha espresso gravi preoccupazioni di fronte all’escalation delle “perturbazioni” nel commercio globale. Queste inquietudini sono particolarmente accentuate dalle tensioni geopolitiche che stanno influenzando il trasporto marittimo nel Mar Nero, dagli attacchi recenti al trasporto marittimo nel Mar Rosso, che stanno interessando il Canale di Suez, e dall’impatto sempre più evidente del cambiamento climatico sul Canale di Panama.

L’UNCTAD ha evidenziato l’importante ruolo svolto dal trasporto marittimo, rappresentante oltre l’80% del totale mondiale delle merci in movimento. Tuttavia, la crisi attuale è stata caratterizzata da eventi che minacciano le rotte commerciali globali. L’UNCTAD ha stimato una significativa diminuzione del 42% nei transiti settimanali attraverso il Canale di Suez negli ultimi due mesi, indicando un impatto diretto sui flussi commerciali globali.

La situazione è ulteriormente complicata dai conflitti in corso in Ucraina, che hanno causato cambiamenti sostanziali nei traffici di petrolio e cereali, ridefinendo i modelli consolidati del commercio internazionale. Allo stesso tempo, il Canale di Panama, cruciale per le dinamiche globali di commercio, sta affrontando problemi legati alla diminuzione dei livelli dell’acqua, con una sorprendente riduzione del 36% nei transiti totali nell’ultimo mese rispetto all’anno precedente.

La crisi nel Mar Rosso, caratterizzata dagli attacchi che hanno interrotto le rotte di navigazione, ha aggiunto un ulteriore strato di complessità. I principali operatori marittimi hanno risposto sospendendo temporaneamente i transiti da Suez, con una drastica diminuzione del 67% nei transiti settimanali di navi porta-container rispetto all’anno precedente, insieme a cali significativi nella capacità di trasporto container, nei transiti di navi cisterna e nelle navi per il trasporto di gas.

L’incremento record delle tariffe medie di trasporto container durante l’ultima settimana di dicembre, pari a più 500 dollari in una sola settimana, segna l’aumento settimanale più elevato mai registrato. Tale aumento ha conseguenze globali, con le navi che cercano rotte alternative e evitano sia Suez che il Canale di Panama.

Le conseguenze cumulative di queste perturbazioni comprendono l’allungamento delle distanze di navigazione, l’aumento dei costi commerciali e un incremento delle emissioni di gas serra, poiché le navi devono percorrere distanze maggiori a velocità superiori. Evitare Suez e Panama richiede più tempo di navigazione, aggravando le spese e portando ad aumenti nei prezzi giornalieri del trasporto marittimo e nei premi assicurativi.

L’UNCTAD sottolinea le ampie implicazioni economiche di queste interruzioni, evidenziando la minaccia diretta alle catene di approvvigionamento globali e prevedendo ritardi nelle consegne e un incremento dei costi. Sebbene le tariffe dei container siano attualmente a circa metà del picco raggiunto durante la crisi Covid, si prevede che il trasferimento di tariffe più elevate ai consumatori richiederà tempo, con il massimo impatto previsto entro un anno.

Inoltre, i prezzi dell’energia stanno registrando un aumento a causa delle interruzioni nei transiti di gas, con un impatto diretto sulle forniture energetiche, soprattutto in Europa. La crisi influisce anche sui prezzi dei prodotti alimentari su scala globale, con distanze più lunghe e tariffe di trasporto più elevate che potrebbero tradursi in un aumento dei costi. Le interruzioni nelle spedizioni di grano da Europa, Russia e Ucraina costituiscono una minaccia per la sicurezza alimentare globale, con ripercussioni sui consumatori e una riduzione dei prezzi pagati ai produttori.

I Paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili a queste interruzioni, e l’UNCTAD sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione. L’organizzazione sottolinea l’urgente necessità di un adattamento rapido da parte dell’industria del trasporto marittimo e di una solida cooperazione internazionale per affrontare la rapida rimodulazione delle dinamiche commerciali globali. Le sfide attuali mettono in evidenza la vulnerabilità del commercio alle tensioni geopolitiche e ai cambiamenti climatici, sottolineando la necessità di sforzi collettivi per soluzioni sostenibili, specialmente a sostegno dei Paesi più vulnerabili.