Il commercio di merci contraffatte rimane una delle minacce più rilevanti per l’economia europea, con impatti diretti sulla sicurezza dei consumatori, sulla concorrenza leale e sulla reputazione delle imprese. I dati del 2024 mostrano che l’Unione Europea ha raggiunto livelli record in termini di valore delle merci sequestrate: 3,8 miliardi di euro, per un totale di 112 milioni di articoli bloccati.

Nonostante un numero inferiore rispetto ai 152 milioni di pezzi intercettati nel 2023, il valore dei sequestri del 2024 è cresciuto in modo significativo, segno che le contraffazioni riguardano sempre più beni ad alto margine e sofisticazione.

Italia al centro delle operazioni

Il primato europeo spetta all’Italia, che da sola ha contribuito a oltre due terzi del volume dei sequestri (69,3%) e a più di tre quarti del valore complessivo (76,8%). Un risultato che riflette la centralità dei porti italiani nei traffici globali, ma anche la capacità delle autorità nazionali di presidiare sia le frontiere sia il mercato interno.

Dove e come avvengono i sequestri

Circa 20 milioni di articoli sono stati intercettati al momento dell’ingresso nell’UE, per un valore stimato di 1,5 miliardi di euro. Il resto, quasi 90 milioni di pezzi, è stato individuato all’interno del mercato comunitario da polizia, guardia di finanza, autorità sanitarie e uffici di vigilanza. Questo dato conferma che le catene logistiche illecite riescono spesso a superare i varchi iniziali, per poi distribuirsi nei circuiti interni ed e-commerce.

Le categorie più colpite

La lista dei prodotti sequestrati evidenzia la varietà del fenomeno. Oltre un terzo degli articoli erano CD e DVD, molti contenenti software. Seguono i giocattoli (17,8%), l’abbigliamento (7,5%), accessori come occhiali e borse (6,2%), oltre a cosmetici, sigarette e dispositivi elettronici. La crescente presenza di articoli ad alto valore unitario, come profumi o dispositivi tecnologici, dimostra un’evoluzione qualitativa del mercato contraffatto.

Paesi di origine

La provenienza dei carichi non sorprende: Cina e Turchia restano i principali poli di esportazione di falsi verso l’Europa. Ma nel 2024 si è aggiunto un nuovo protagonista, gli Emirati Arabi Uniti, oggi tra le prime tre aree d’origine.