Nei Paesi Bassi è stata autorizzata per la prima volta la navigazione di un’imbarcazione senza equipaggio al di fuori di un’area delimitata, segnando un cambio di passo nella regolamentazione del trasporto via acqua. La notizia, riportata da Informare, conferma che l’autorità marittima olandese ha concesso un’esenzione speciale che permette a un’unità senza equipaggio di operare in acque normalmente aperte al traffico ordinario.

Dal 1° gennaio 2025, le Inland Waterways Police Regulations olandesi (BPR) consentono infatti l’utilizzo di navi senza equipaggio nelle vie interne, previo rilascio di deroghe. Secondo la Netherlands Navigation and Policy Commission, l’obiettivo è promuovere l’innovazione e ridurre la dipendenza da personale umano in un settore colpito da carenza di manodopera.

L’autorizzazione fuori-area rappresenta un salto di qualità: finora i test erano confinati in zone chiuse o monitorate. Operare in acque aperte implica invece affrontare scenari dinamici, interazione con altre unità, responsabilità in caso di incidente e gestione predittiva dei rischi.

Un banco di prova per l’IMO e l’Europa

L’Olanda si posiziona come laboratorio normativo mentre l’IMO (International Maritime Organization) lavora al futuro Codice MASS (Maritime Autonomous Surface Ships), atteso entro il 2028. Se il modello olandese funzionerà, potrebbe diventare un riferimento per altre autorità europee e influenzare direttamente il dibattito in sede UE.

La tecnologia per la navigazione autonoma è già matura: studi recenti (es. Solgenia Project e sperimentazioni ADRC nel porto di Scheveningen) dimostrano che i sistemi automatici possono mantenere rotta e sicurezza con affidabilità anche in condizioni variabili. Le sfide ora sono legali e operative, più che tecniche.

E l’Italia?

Il nostro Paese per ora sperimenta solo su ambiti ristretti (ispezioni portuali, piccole unità di supporto). Ma lagune, canali interni e tratte costiere potrebbero diventare presto scenario ideale per rimorchiatori autonomi, chiatte fluviali auto-naviganti o taxi d’acqua intelligenti, come già avviene ad Amsterdam.

La decisione olandese non è solo un test nazionale: è un precedente europeo. Da oggi il dibattito non è più se le navi autonome navigheranno fuori dalle zone protette, ma quando e con quali regole condivise.